Ridurre le tasse per rilanciare l’immobiliare

La tassazione e la compravendita degli immobili tornano al centro dell’attenzione mediatica grazie ad un recente approfondimento lanciato dal Think Tank “Imprese del Sud“. Il presidente nazionale di Fimaa, Santino Taverna, si rivolge al Governo: «Servono misure urgenti e straordinarie per rilanciare l’immobiliare».

Prendiamo esempio dalla Gran Bretagna per fare ripartire l’economia del Paese attraverso il rilancio del mercato immobiliare»Santino Taverna, presidente nazionale di Fimaa – Federazione italiana mediatori agenti d’affari, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia – torna a chiedere al Governo, a nome dell’intera categoria, «urgenti e indispensabili misure straordinarie, a partire da una forte riduzione della tassazione sulle compravendite immobiliari».

«Abbiamo l’urgente necessità», rimarca, «di ridare abbrivio alla filiera rendendola attrattiva, anche e soprattutto per recuperare i 700mila posti di lavoro persi negli ultimi 10 anni. Stiamo parlando di un comparto capace di produrre oltre il 20% del Pil nazionale, che non riesce a risollevarsi anche per la mancanza di interventi strutturali per una vera ripresa».

Taverna torna a ribadire quanto esposto alla Decima Commissione del Senato durante l’audizione dello scorso 25 giugno, prendendo spunto dalla recentissima misura britannica mirata a incoraggiare gli acquisti di case. Nel Regno Unito per ridare linfa al mercato del settore segnato dal lockdown, ma comunque meno in crisi del nostro, è stata annullata l’imposta di registro per gli acquisti di immobili di valore inferiore alle 500mila sterline. Un provvedimento valido con effetto immediato, che resterà in vigore fino al 31 marzo 2021.

Capitolo Iva: Taverna non usa mezzi termini e lancia forte e chiaro l’allarme: «Quando per una compravendita immobiliare (acquistata da una società da una impresa) si deve versare una imposta Iva del 22% sul prezzo da pagarsi, si palesano tutti i presupposti per ritrovarsi nell’anticamera dell’evasione fiscale». Quello che appare certo è che per far ripartire il settore immobiliare, e quindi anche le lavorazioni e la cantieristica immobiliare, il regime fiscale deve variare e l’esempio della Gran Bretagna merita attenzione e monitoraggio.