Fermare il rischio idrogeologico è una priorità

Fermare il rischio idrogeologico è una priorità.

In Italia, negli ultimi anni si è parlato spesso di questo argomento perchè la nostra Penisola si è trovata più di una volta piegata da terremoti, inondazioni o anche eruzioni vulcaniche. 

Il problema dell’Italia è che risultano a rischio idrogeologico diversi comuni abitati: questo significa che esistono dei pericoli seri per l’incolumità delle persone e delle loro abitazioni.

I dati che sono stati pubblicati di recente dall’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale (Ispra) sono piuttosto allarmanti.

Cosa si può fare?

Ripensare ad un nuova ed efficiente edilizia.

Il 91% dei comuni italiani si trova in zone a rischio idrogeologico e non è tutto: in 9 regioni non c’è nemmeno un comune che si possa dire al sicuro. Molti problemi sono dovuti soprattutto all’incuria dell’uomo nel corso degli anni.

Le regioni che presentano un rischio idrogeologico particolarmente elevato in tutti i comuni sono la Valle d’Aosta, la Liguria, l’Emilia Romagna, l’Umbria, la Toscana, le Marche, il Molise, la Basilicata e la Calabria.

Questo però non significa che nelle altre zone d’Italia si possa stare tranquilli: in Abruzzo, Lazio, Piemonte, Trentino Alto Adige, Campania e Sicilia i comuni a rischio sono più del 90%.

Il rischio meteo-idrogeologico e idraulico è fortemente condizionato anche dall’azione dell’uomo.

La densità della popolazione, la progressiva urbanizzazione, l’abbandono dei terreni montani, l’abusivismo edilizio, il continuo disboscamento, l’uso di tecniche agricole poco rispettose dell’ambiente e la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano, aumentando l’esposizione ai fenomeni e quindi il rischio stesso.

Bisogna puntare a fare dell’edilizia una scienza moderna e tecnologica che possa mediare e bloccare i pericoli derivanti dall’incuria e dall’abusivismo dell’uomo. Un compito non semplice.

Approfondimento a cura di Domenico Letizia, analista del Think Tank “Imprese del Sud“.