Come rimuovere gli accessori adesivi (senza danneggiare le mattonelle)
Spostare o rimuovere gli accessori è semplice, e non rovina le piastrelle.
Devi solo staccarli (tirando e pazientando un pò).
Questo per quanto riguarda i prodotti visti nell’articolo, e in genere per tutti quelli che utilizzano l’adesivo 3M e le colle degli accessori in vendita su Amazon.
Potrebbero rimanere residui sulla piastrella, ma con acqua e/o alcool etilico verranno via.
L’alternativa è utilizzare un prodotto specifico, come lo spray rimuovi-colla di Tesa (ottimo per colla e residui di adesivi).
E adesso?
…Adesso tocca a te!
Vuoi arredare senza forare mattonelle e muro?
Puoi farlo: utilizza gli accessori bagno adesivi.
Nella mia guida ho inserito ottimi prodotti, altri sono disponibili su Amazon.
Prima di procedere all’acquisto leggi sempre descrizione prodotto e qualche recensione.
Dubbi?
Scrivi un commento, ti risponderò il prima possibile. 😉
Una cosa prima di salutarci: restiamo in contatto! 🤝
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Tuttavia, gli scaldasalviette moderni hanno almeno 3 vantaggi che mancano ai vecchi radiatori.
Di che parlo?
Vantaggio #1: Elemento di design
Il primo beneficio è estetico.
Lo scaldasalviette ringiovanisce il locale, e alcuni modelli sono talmente belli da diventare un elemento di design.
Vantaggio #2: Ospita e riscalda gli asciugamani
Posizionato nei pressi del lavabo (quando possibile) è l’ideale per appendere gli asciugamani e le salviette.
Due posizioni alternative sono sopra il bidet, oppure vicino alla doccia.
In mancanza di spazio, dietro la porta.
Come se non bastasse, quando il riscaldamento è acceso, l’accessorio mantiene caldi asciugamani e accappatoio.
Vantaggio #3: Adatto a piccoli spazi
I vecchi bagni prevedevano un radiatore sotto la finestra o dietro la porta.
Il termoarredo ha pochi vincoli.
Un privilegio che torna utile in piccoli spazi, anche grazie a modelli con diverse dimensioni e forme.
Come funziona il termoarredo bagno?
In commercio troverai prodotti con tre tipi di alimentazione.
Quello più diffuso è lo scaldasalviette idraulico, collegato all’impianto di riscaldamento della casa (funziona come il classico termosifone).
Ti consiglio di installare un termostato riservato al termoarredo, così potrai riscaldare il solo ambiente bagno.
La seconda alimentazione è elettrica: l’accessorio è collegato all’impianto grazie ad una normale presa.
Questi modelli funzionano tramite una resistenza che scalda il liquido termoconvettore (antigelo), posto all’interno.
Si tratta di prodotti dotati di regolatore della temperatura e (in genere) di pulsante di accensione/spegnimento.
Terza alternativa sono i termoarredi misti-con doppia alimentazione (idraulica ed elettrica).
Tutto chiaro? 😉
Le 3 tipologie di termoarredo bagno
Assieme al funzionamento dovrai anche scegliere la tipologia adatta alle tue esigenze (spazi, stile…).
Quelle principali sono 3.
#1: Scaldasalviette (classico)
Compito dello scaldasalviette è riscaldare l’ambiente e gli asciugamani.
È la tipologia più diffusa, adatta a tutti i tipi di bagni.
Il calcolo termico – che definisce dimensioni o watt necessari – va eseguito in base a diversi fattori, quali la cubatura del locale, il numero delle pareti che si affacciano all’esterno, la temperatura desiderata…
Questo compito spetta all’idraulico.
#2: A pannello
Mi piacciono molto.
Hanno un design pulito e minimale, e a differenza degli scaldasalviette tubolari si puliscono facilmente (evviva!).
Alcune aziende producono anche modelli ultrasottili (meno di 2 cm di spessore).
#3: A bandiera
Installato di traverso rispetto alla parete, può anche diventare un piccolo elemento divisorio (come nell’immagine qui sopra).
*Ci sarebbe una quarta tipologia (“a panca”) dove il design del radiatore è del tutto simile a quello di una piccola panchina (o di un tavolino). Pochissimi modelli in produzione.
Come montare il termoarredo del bagno?
Ora conosci le tipologie, è tempo di passare al montaggio-disposizione.
Montaggio verticale
Qui il portasciugamani si sviluppa in altezza (variabile).
Il vantaggio di questa forma è che lavori in altezza, lasciando spazio ad altri elementi di arredo.
Torna utile in bagni piccoli, dove ogni centimetro guadagnato è sacro.
Montaggio orizzontale
Una peculiarità dell’arredo bagno di design.
Alcuni modelli, oltre a riscaldare, hanno anche il ruolo di mensola portaoggetti e salviette.
Tra poco vedrai come e dove utilizzarli.
Montaggio ad angolo
Rari.
Utili in casi particolari, dove è necessario sfruttare un angolo del bagno.
Dove posizionare il termoarredo del bagno?
Ogni caso è unico, quindi facciamo alcune riflessioni.
Prima riflessione: di quanto spazio disponi? (come è distribuito’)
In ambienti ristretti – uguali o inferiori a 4 mq – sei spesso vincolato dagli altri elementi.
Guarda questo esempio:
Nel locale qui sopra c’era poca scelta.
La soluzione più sensata era posizionare lo scaldasalviette sopra al bidet.
Nella parete di destra avrebbe creato un senso di “oppressione”.
Condividi?
Seconda riflessione: hai preferenze?
Estetica a parte, qual è il tuo obiettivo?
Faccio delle ipotesi.
Ipotesi #1: Ti interessa la posizione
Prendiamo il mio caso: amo i pavimenti liberi, e mi “annoiano” le piantane asciugamani.
Se dovessi rifare il bagno, punterei ad un termoarredo vicino al lavabo…spazio permettendo.
Cos’è importante per te?
Vuoi lo scaldasalviette accanto al lavabo?
Oppure lo preferisci all’entrata della doccia?
Per la collocazione del termoarredo verticale hai per lo più 4 opzioni.
◼︎ accanto al lavabo; ◼︎ sopra il bidet (centrato!); ◼︎ vicino la doccia; ◼︎ dietro la porta;
Ti sconsiglio l’ultima.
Lo scaldasalviette è elemento di arredo e design, quindi lo lascerei a vista.
E con il termoarredo orizzontale?
Il posto perfetto è sopra la vasca:
oppure accanto al lavabo…se c’è spazio:
Terza alternativa: sopra il bidet.
Valuterei lo scaldasalviette orizzontale anche se il tuo bagno è stretto e lungo (accentua la lunghezza).
Ipotesi #2: Ti interessa la praticità
In una casa di vacanza al mare è più comodo lo scaldasalviette idraulico oppure quello elettrico?
Questa guida contiene tutto quello che devi sapere sul pavimento laminato.
Nelle prossime righe ne scoprirai caratteristiche, pro e contro, prezzi, posa, ambienti dove utilizzarlo.
Non solo.
Ti racconterò come scegliere il pavimento laminato adatto a te e, una volta installato, i criteri di pulizia e manutenzione.
Tutto in un articolo step-by-step!
Partiamo!
Come e dove è nato il pavimento laminato?
1979 – Svezia. 🇸🇪
Le prime doghe di laminato escono dalle fabbriche dell’azienda Perstorp (oggi Pergo).
Negli anni novanta sbarca negli Stati Uniti e in Asia, ed oggi ricopre i pavimenti di molte abitazioni italiane.
Qual è stato il segreto del suo successo?
A dire il vero c’è più di un “segreto”.
Procediamo con ordine…
Che cos’è il pavimento in laminato e come è fatto?
Innanzitutto, non ha nulla da spartire con il vero parquet (anche se qualcuno lo chiama “parquet laminato”).
I prodotti che trovi in commercio sono tutti melamminici (definiti “DPL”).
Solo un’azienda (Berry Alloc) produce il VERO laminato ad alta pressione (definito HPL).
Osserva la struttura della doga in laminato:
Abbiamo 4 strati.
Quello inferiore funge da sostegno e controbilanciatura.
Sopra viene appoggiato il pannello centrale, l’anima della doga, composto da fibre di legno e leganti resinosi (nome tecnico HDF – high density fibreboard).
Segue il decoro, ovvero la stampa pressofusa con altissima risoluzione, che riporta il “disegno” del legno (essenza, venature, colore…).
Infine troviamo lo strato superiore – detto Overlay o strato di usura – una pellicola trasparente ed impermeabile, che garantisce protezione ad abrasione e calpestio.
Tutto chiaro? 😉
9 Vantaggi del pavimento laminato
I numerosi benefici del prodotto hanno contribuito alla sua dirompente diffusione, ed oggi molte persone lo preferiscono ai veri listoni di legno.
Di quali benefici parlo?
#1: Estetica
I migliori pavimenti laminati somigliano moltissimo al vero parquet.
Belli da vedere e da toccare, la superficie regala sensazioni simili a quelle del legno.
Attenzione! ⚠️
Mi riferisco ai prodotti superiori, non ai low cost.
#2: Resiste a graffi & segni
Ami il parquet ma sei terrorizzato dai segni sul pavimento? 😰
Scegli un (buon) laminato.
Le doghe si prestano a “maltrattamenti” di vario genere, non a caso il prodotto è spesso posato in attività commerciali ad alta percorrenza (come i bar).
#3: Resiste agli urti
Per ammaccarsi ha bisogno di un oggetto pesante, a differenza del parquet (che incidi più facilmente).
#4: Resiste all’abrasione
Questa resistenza – ovvero la resistenza meccanica superficiale – varia da prodotto a prodotto, e puoi controllarla sulla scheda tecnica del pannello.
La sigla di riferimento è “AC”, seguita da un numero (da 1 a 6).
Un pannello AC1 ha una scarsa resistenza all’usura, mentre quello AC6 ha un’elevata resistenza all’usura.
#5: Proprietà antistatiche
L’aria è carica di elettricità.
I laminati antistatici riducono la carica statica nella stanza, e aumentano il comfort (respingono polvere e sporco).
#6: Resiste all’umidità
Le migliori aziende di pavimento in laminato, producono pannelli laminati con buona – se non ottima – resistenza all’acqua (più avanti vedrai un esempi).
#7: Facilità di posa
Il laminato è celebre per facilità e rapidità di posa.
Basta una buona manualità, i giusti accessori e le corrette informazioni di montaggio.
#8: Ampia scelta
In commercio trovi prodotti con differenti qualità, studiati per specifici utilizzi.
Tra questi:
◼︎ laminati per uso residenziale; ◼︎ laminati per uso commerciale; ◼︎ laminati per ambienti umidi;
Senza contare la possibilità di scegliere formato e finitura.
#9: Pulizia facile & poca manutenzione
Non richiede molte attenzioni, per pulirlo basta un panno in microfibra (montato sullo scopettone) e del detergente neutro.
Visto quante proprietà? 😉
L’unico svantaggio del pavimento in laminato
Oltre ai tanti “pro”, c’è una piccola lacuna di cui forse hai già sentito parlare.
Trattandosi di pavimento flottante, se indossi scarpe coi tacchi (o anche con la suola in cuoio), senti il tipico ticchettio.
Puoi attenuare questo piccolo rumore grazie ad un indispensabile alleato.
Di chi parlo?
Il materassino del pavimento laminato [perché è importante e come sceglierlo]
Non sottovalutarlo, è importante tanto quanto la doga.
3 Ruoli del materassino
Innanzitutto compensa le micro-imperfezioni del pavimento.
Occhio: non fa miracoli.
Può compensare al massimo 1 millimetro di dislivello.
In secondo luogo, ha una funzione acustica, poiché attutisce il rumore da calpestio e il riverbero da camminamento.
Infine, dev’essere poco comprimibile (per non danneggiare gli incastri).
Il materassino va scelto in funzione delle tue esigenze e obiettivi.
Ecco alcune domande che dovresti aspettarti da un bravo venditore (quando acquisti un pavimento di qualità media/superiore:
Lo poserai in un ambiente residenziale o commerciale?
Il riscaldamento è a radiatori o a pavimento?
Abiti in condominio o in una casa singola?
Mi raccomando: investi anche nel materassino! 💶
In quali ambienti posare il pavimento laminato?
Perfetto per soggiorno, cucina e camere da letto.
La scelta è ampia, così potrai personalizzare il look degli ambienti.
Et voilà, basta poco per rimuovere sporco e polvere.
2 Consigli da seguire:
◼︎ NON utilizzare il “Mocio”; ◼︎ NON utilizzare detergenti aggressivi;
Un altro accorgimento è quello di installare i feltrini, sotto mobili e gambe delle sedie.
Questo è l’essenziale.
Come posare un pavimento in laminato?
Con un minimo di manualità (e attrezzatura) puoi stendere materassino e pannelli, evitando il costo del posatore.
Segui le istruzioni riportate nella scheda allegata ai pannelli.
Eventualmente, fatti aiutare da questo video:
Porta il prodotto in cantiere almeno 48 Ore prima della posa, così le doghe si ambienteranno all’umidità dell’ambiente.
Ricorda che è necessario un giunto di dilatazione ogni 20 metri lineari di pavimento.
Ne esistono di 2 tipi:
◼︎ alluminio (vari spessori); ◼︎ laminato;
Esteticamente, il giunto in laminato* è più gradevole, perché si abbina al colore/essenza del pavimento.
*Solo alcune aziende lo producono
A che serve il giunto?
Permette ai pannelli di muoversi in maniera corretta, in caso di posa di sezioni di pavimento allo stesso livello (esempio: due stanze comunicanti con lo stesso pavimento).
Mi raccomando: aggiungi sempre un 10% di prodotto al carrello della spesa (rispetto alla superficie da ricoprire).
Quanto costa il pavimento in laminato?
I prezzi vanno da minimo 5 €/mq, fino a 40/45 €/mq.
In questo grande range trovi i prodotti low cost, gli intermedi e le eccellenze.
I low cost sono i pannelli dell’Ikea e della grande distribuzione (come i discount della casa).
Prezzo a parte, li riconosci per le modeste qualità tecniche ed estetiche (esempio: mediocre resistenza all’abrasione).
Il gradino superiore è occupato dai prodotti “medi”
Sale il prezzo e aumentano le qualità (come decori e spessori).
E infine troviamo i pannelli top…
Quali sono le migliori marche di pavimenti in laminato?
Precisazione: la guida non è sponsorizzata da aziende di settore.
Quella che segue è la mia personale opinione.
Tra i brand migliori ti segnalo Pergo (inventore del laminato) e Berry Alloc.
A livello estetico mi sono innamorato del pannello Sensation (Pergo).
Dai un’occhiata:
Bellissimo anche anche al tocco (diresti che è laminato?).
Come robustezza e qualità dell’incastro, voto Berry Alloc:
Resistente e “pesante”, il prodotto qui sopra ha l’incastro in alluminio e il materassino integrato nel pannello.
Praticamente indistruttibile. 💪🏻
Queste aziende sono specializzate, e oltre ai pannelli vendono anche i materassini (selezionati in base ad utilizzo ed “obiettivo”), il kit-pulizia e quello per la riparazione.
2 cose da sapere sul pavimento laminato
Prima cosa: è adatto al riscaldamento a pavimento (controlla sempre la scheda prodotto).
Seconda cosa: il laminato è perfetto per i restyling.
Non solo di pavimenti, ma anche di vecchie scale (granito, pietra…) da ringiovanire con poche ore di lavoro:
Rinnovare senza demolire…fantastico! 🙂
È tempo di decidere!
Che tipo di laminato acquisterai?
Sei interessato ad un low-cost, oppure ad un pavimento di qualità superiore?
Mi piacerebbe conoscere le motivazioni della tua scelta (utilizza lo spazio commenti qui sotto).
2 Cose importanti prima di salutarci!
La prima: questa guida è nata grazie al prezioso aiuto di un esperto del settore.
Parlo di Ferruccio Mattiello, titolare di Emmedue Pavimenti(Cittadella – Padova).
Se vivi in zona e devi acquistare pavimenti in laminato o legno, rivolgiti a lui. 😉
Quali lavori in cartongesso puoi realizzare tra le mure domestiche?
Oltre a rispondere a questa domanda, nelle prossime righe scoprirai i vantaggi di uno dei materiali più amati da progettisti, artigiani e privati.
Non solo.
Otterrai spunti e idee, su come utilizzare il cartongesso negli ambienti casalinghi.
Partiamo!
5 Motivi per scegliere il cartongesso (anziché la muratura)
In un’ampia guida, ho parlato approfonditamente dei cinque vantaggi del materiale.
Nello specifico:
1. Facile lavorazione e rapido montaggio; 2. Cantiere pulito; 3. Impianti nascosti; 4. Resistenza agli urti; 5. Rapida rimozione;
Grazie a loro, il cartongesso è diventato la migliore alternativa a mattoni e cemento.
Le dimensioni delle lastre standard (larghezza 120 cm) agevolano il trasporto, e anche il montaggio è abbastanza rapido (soprattutto per alcuni interventi).
La posa avviene a secco, senza impiego di malta (a differenza del laterizio); e per la pulizia finale bastano scopa, aspirapolvere e lavaggio del pavimento.
Niente tracce, perché pareti e controsoffitti ospitano e nascondo gli impianti.
Risultato: tempi e costi ridotti. 👍🏼
Anche la rimozione è rapida.
Le 2 Principali categorie di cartongesso [esterno & interno]
Una prima classificazione è in base al luogo di utilizzo.
Esistono 2 grandi categorie.
#1: Cartongesso da esterno
Come dice il nome, viene utilizzato per applicazioni esterne (facciate, controsoffitti esterni).
La struttura, in cemento alleggerito ed inerti, resiste ad acqua ed agenti atmosferici.
#2: Cartongesso da interno
Il protagonista della guida.
Utilizzato per piccole, medie e grandi opere tra le mure domestiche.
A quali opere mi riferisco?
5 Ambienti dove realizzare lavori in cartongesso
Puoi avvalerti del materiale nella zona giorno, notte e bagno, per piccole e grandi opere.
E c’è dell’altro.
Sul mercato trovi lastre “speciali”, adatte ad alcuni particolari interventi.
Vediamo i 5 ambienti in cui impiegare il cartongesso:
#1: Cucina
Nell’immagine qui sopra, il controsoffitto in cartongesso ospita l’impianto di illuminazione (con faretti a led) e la cappa di aspirazione.
Ecco il primo utilizzo.
Altre idee?
Sfruttalo per creare un’isola (o piani di appoggio):
oppure realizza i muretti che compongono le cucine in muratura:
Si abbina perfettamente al legno, vero?
#2: Salone
Controsoffitti e velette sono la scelta vincente anche nel salone, che qualcuno personalizza con abbassamenti di varie linee e forme.
Ma siamo in soggiorno…ambiente adatto a librerie o pareti attrezzate con televisore:
o magari un moderno termocamino:
Hai l’imbarazzo della scelta!
#3: Camere da letto
Il materiale interviene anche nella zona notte.
Due utilizzi alternativi a controsoffitti e librerie sono la parete/i della cabina armadio, e la zona dietro al letto (dove ricavare nicchie, ad esempio).
#4: Bagno
Il 90% dei lavori in cartongesso in bagno, riguarda il soffitto (compreso interno doccia).
In genere si utilizzano le lastre idrofughe, specifiche per ambienti umidi.
Altre opzioni?
◼︎ i muretti che nascondono i sanitari; ◼︎ la parete della doccia; ◼︎ strutture particolari (vedi foto sopra);
Alcuni locali hanno uno o più pareti in cartongesso, che nascondono gli impianti e la cassetta di scarico del wc (esempio: il bagno in camera).
#5: Ingresso e corridoio
Controsoffittature onnipresenti:
aggiungo la possibilità di nascondere i pilastri, allungati e mascherati grazie al cartongesso.
L’idea è nata visitando alcuni appartamenti, dei primi anni duemila.
Immobili che per necessità costruttive avevano un pilastro in mezzo al soggiorno, più spesso nei pressi dell’ingresso.
Psss…l’idea funziona alla grande! 😉
#6: Lavori in cartongesso particolari
L’ultima tipologia comprende alcuni piccoli e medi interventi.
Tra questi abbiamo mensole in cartongesso e divisori di ambienti.
Quanto costano le opere?
Senza progetto e sopralluogo, è impossibile stabilire prezzi (i professionisti eseguono sempre un sopralluogo!).
On-line trovi prezzi indicativi (acquisto materiale, manodopera, etc…), puntualmente diversi dal preventivo finale del cartongessista.
Contatta due-tre professionisti della tua zona e chiedi un preventivo, in seguito ad appuntamento presso la tua casa.
In conclusione
Realizzare lavori in cartongesso conviene.
Tempi e costi ridotti sono l’arma vincente del materiale.
Lavori rapidi e puliti, disagi contenuti e versatilità rappresentano la ciliegina sulla torta.
Senza dimenticare che puoi dar vita a qualsiasi opera tu abbia in mente (o quasi!).
Se hai domande scrivi un commento: ti risponderò il prima possibile. 🙂
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Nelle prossime righe ti spiegherò come ricavare due bagni da uno.
È una guida semplice e completa.
Parleremo diregole da seguire, spazio minimo necessario, autorizzazioni e trucchi del mestiere.
Non solo.
Vedrai un progetto reale.
Da un unico grande bagno, i proprietari hanno creato due locali.
Puoi farlo anche tu, e tra poco capirai come riuscirci.
Sei pronto?
Di quanto spazio hai bisogno per ricavare due bagni da uno?
La risposta è “dipende”. 👀
Da cosa?
Dal regolamento edilizio del tuo Comune.
Lo trovi anche on-line, e puoi considerarlo il tuo “libretto dell’istruzioni” in ambito di progettazione.
Faccio un esempio.
Il regolamento edilizio del mio Comune (in questo momento) afferma che il primo servizio igienico (quello principale) deve avere una superficie minima di almeno 4 mq.
Riporta anche larghezza ed altezza minima del locale.
È così in tutta Italia?
No. ❌
Quindi, come prima cosa, guarda il regolamento del tuo Comune.
Inoltre, almeno uno dei 2 bagni deve contenere TUTTI questi elementi:
◼︎ lavabo; ◼︎ wc e bidet; ◼︎ doccia (o vasca);
Un bagno così arredato necessita di superficie minima di circa 4 mq.
E il secondo locale?
Consulta il regolamento anche per il bagno secondario, e prendi nota dei requisiti essenziali (superficie ed altre eventuali informazioni).
Grazie a questi dati avrai un’idea dello spazio minimo da destinare ai locali.
2 Ulteriori requisiti dei tuoi nuovi bagni
Dimensioni a parte, i tuoi nuovi bagni devono rispettare altri requisiti.
Puoi creare un altro bagno con wc, ma l’ambiente che contiene il wc non può comunicare direttamente con il soggiorno o la cucina.
Se il nuovo bagno si apre su questi ambienti è necessario un antibagno (dove posizioni il lavabo) e poi un altro ambiente che ospita il wc (separato da una porta, vedi foto qui sopra).
Viceversa, se uno dei bagni si apre su una camera da letto, NON è necessario l’antibagno.
È più “complicato” di quanto pensavi?
Stai tranquillo/a: prosegui nella lettura e tutto sarà più chiaro.
Permessi necessari per creare due bagni da uno
Il tuo nuovo bagno modificherà la planimetria interna.
Dovrai contattare un tecnico abilitato (geometra, architetto o ingegnere) che redigerà un progetto dei bagni, e presenterà la pratica allo sportello unico del Comune.
Oltre alla CILA è necessaria la SCA(segnalazione certificata di agibilità), da presentare entro 15 giorni dal termine dei lavori.
Durante il sopralluogo, il tecnico ti dirà qual è la pratica necessaria.
Passiamo al progetto reale.
PRIMA: Stato di fatto del bagno da dividere in due
Ecco come si presentava:
Superficie tra i 7 e gli 8 mq, e affaccio sul corridoio della casa.
Il desiderio dei proprietari era ricavare due bagni da uno (la casa aveva un solo bagno).
Lo spazio non consentiva di realizzare due bagni completi, ma era possibile creare un nuovo locale con lavabo, wc e doccia.
In che modo?
DOPO: Ecco come fare 2 bagni da uno
Ti presento il risultato della ristrutturazione:
La prima differenza è che una parete divide e riduce il bagno originario.
Il locale principale ha tutti gli elementi, ed è finestrato.
E l’altro?
Guarda il breve video qui sotto (48 secondi):
Visto?
Il secondo bagno:
◼︎ si affaccia sul corridoio, NON serve l’antibagno; ◼︎ è cieco, quindi c’è l’aerazione forzata; ◼︎ ha il wc collegato alla colonna di scarico (nelle immediate vicinanze);
La divisione ha risolto un grande problema dei proprietari.
Ora la casa ha 2 bagni, ed è adeguata alle esigenze della famiglia.
Fantastico.
Quanto costa ricavare due bagni da uno?
Fatti un favore, e ascolta questi consigli:
◼︎ contatta un tecnico, verifica la fattibilità dell’operazione; ◼︎ progetto alla mano, contatta 2-3 ditte e chiedi un preventivo;
Stai alla larga da siti e annunci pubblicitari che riportano prezzi di un’ipotetica ristrutturazione.
In questo articolo ti racconterò tutto quello che devi sapere sui wc con bidet incorporato.
Funzionamento, pro e contro, aziende che li producono e prezzi: ecco gli argomenti che tratterò nelle prossime righe.
Non solo.
Ho raccolto le testimonianze di alcuni possessori di questo prodotto.
Che avranno detto sui wc con funzione bidet? 🤔
Successi e insuccessi del wc con bidet incorporato
Il primo modello di wc con funzione bidet risale al 1956 (!).
Inizialmente venduto negli Stati Uniti, gli apparecchi vengono riservati ad ospedali e case di cura (e si rivelano difettosi).
Il successo arriva tra gli anni sessanta e la metà degli anni settanta, soprattutto in Giappone.
E in Europa?
Nel 1978 l’azienda svizzera Geberit lanciò sul mercato il suo vaso bidet, ma la risposta europea fu timida e diffidente.
C’era da aspettarselo.
Innanzitutto per motivi culturali.
In alcuni paesi europei non è utilizzato nemmeno il bidet, quindi era difficile “comprendere” ed accettare un apparecchio evoluto come il wc con bidet incorporato.
Senza contare il marketing.
Le aziende giapponesi crearono messaggi pubblicitari che demolirono le resistenze della popolazione (si, anche loro erano diffidenti!).
Uno studio del 2018 afferma che oltre l’80% delle abitazioni nipponiche hanno il wc con bidet integrato, mentre in Europa si vendono poche migliaia di prodotti all’anno.
Storia e numeri a parte, in che modo può aiutarti quest’accessorio?
Come funziona il wc con bidet incorporato?
I wc bidet uniscono le funzionalità del wc e quelle del bidet.
In commercio trovi più di un modello (tra poco ne vedrai alcuni), ma voglio parlarti solo dei brand più autorevoli (i migliori).
Gli apparecchi “low cost” imitano (male) i modelli teconologici.
GUARDALO il azione!
In termini di uso, è uguale ad un wc convenzionale(non entrerò nei dettagli…).
Guarda il brevissimo video qui sotto (18 secondi):
Ti siedi sul vaso bidet e quando hai finito premi un pulsante.
A quel punto sentirai un getto d’acqua, che provvederà alla pulizia e alla tua igiene intima.
Il getto avviene grazie ad un tubicino estraibile.
Dopo l’utilizzo, premi di nuovo il pulsante e il tubicino scompare (torna alla posizione di partenza).
Le differenze rispetto ad un normale bidet?
◼︎ non usi le mani; ◼︎ il getto d’acqua è più preciso, perché regolabile;
Ed è solo l’inizio.
I 3 Migliori modelli di wc con bidet incorporato
Qual è la vera differenza tra un bidet e un wc con bidet integrato?
La tecnologia, e i tanti optional che mancano al classico elemento.
Per farti capire di che parlo, ti presento i 3 migliori vasi bidet per il tuo bagno.
#1: Geberit Aquaclean
Una garanzia.
Geberit ha una lunga storia nel settore, ed oggi è il maggior produttore europeo.
L’azienda ha una vasta gamma di prodotti, che coprono ogni esigenza e situazione abitativa.
Prodotto di punta è Geberit Aquaclean Mera:
Al primo sguardo diresti che è un vaso tecnologico? 😉
Ne dubito.
Eppure questo apparecchio nasconde una miriade di funzioni, ed è un vero capolavoro di funzionalità e design.
Ti consiglio di dare un’occhiata alla pagina “prodotti”, sul sito aziendale (www.geberit-aquaclean.it).
Lì potrai controllare caratteristiche e proprietà di ciascun modello.
Prezzi: dai 1400 ai 4550 €.
#2: Grohe Sensia Arena
Anche la pluripremiata Grohe ha il suo wc con bidet incorporato.
Si chiama Sensia Arena:
Il prodotto è unico (come vedi non sembra diverso dal classico water).
Se ti piace e vuoi saperne di più, vai sul sito aziendale (www.grohe.it).
Troverai una sezione dedicata ai rivenditori, così troverai lo show-room più vicino.
Prezzi: tra i 2000 e i 2500 €.
#3: Duravit SensoWash®
Un’alternativa.
Questa volta parliamo di un sedile elettronico (che offre le funzioni di bidet), installato sui vasi compatibili dell’azienda Duravit (www.duravit.it).
Sembra un normale sedile, ma nasconde molteplici funzioni.
Puoi acquistare separatamente sedile e vaso, oppure il modello completo.
Prezzi: variabili in base a modello (sei nel range del prodotto Grohe).
Tutte le magnifiche funzioni dei wc con bidet incorporato
La pulizia delle parti intime è la funzione centrale, l’elemento principale.
Ma c’è altro.
Tutti i modelli hanno numerosi optional (variano, in base al prodotto):
Tra questi:
◼︎ intensità del getto regolabile; ◼︎ risciacquo wc “turbo”; ◼︎ telecomando; ◼︎ illuminazione notturna; ◼︎ posizione erogatore regolabile; ◼︎ temperatura getto d’acqua regolabile; ◼︎ getto oscillante; ◼︎ getto delicato per l’igiene intima femminile; ◼︎ riscaldamento del sedile WC; ◼︎ asciugatore ad aria calda; ◼︎ aspirazione dei cattivi odori; ◼︎ apertura automatica del coperchio; ◼︎ chiusura del coperchio (a comando); ◼︎ rilevatore di presenza; ◼︎ funzione di decalcificazione; ◼︎ funzione risparmio energia;
Incredibile, vero? 🙂
4 Ottimi motivi per installare un wc con bidet incorporato
Tutta questa tecnologia è fine a sé stessa o è anche utile?
È molto utile.
Hai almeno 4 motivi per acquistare un vaso bidet.
Motivo #1: Guadagni spazio
Wc e bidet in un unico elemento.
Ciò significa liberare spazio prezioso, quindi è perfetto per bagni piccoli o minuscoli.
Questo beneficio, secondo una mia piccola indagine tra possessori del wc con bidet, è uno dei principali motivi di acquisto dell’accessorio.
Motivo #2: Indispensabile con disabili
Se in casa vive un disabile, il wc con bidet incorporato ha un’importanza vitale.
Parliamo di necessità.
Sarai d’accordo con me sul fatto che l’accessorio può aiutare non solo i portatori di handicap, ma anche le loro famiglie.
Motivo #3: Utile agli anziani
In particolare agli anziani con difficoltà motorie.
Pensa al disagio di un genitore che deve farsi pulire dal figlio o da una badante.
Grandi meriti del water bidet, in questo caso, sono la maggiore autonomia e dignità donate alla persona.
Motivo #4: È igienico
Innanzitutto perché prodotto con materiali antibatterici (sia il tubicino che gli altri componenti).
E poi fa tutto lui.
Il vaso bidet gestisce lavaggio ed asciugatura, la tecnologia è a tua disposizione e non sei obbligato ad utilizzare la carta igienica.
Splendido.
2 “Svantaggi” del wc con bidet incorporato
Virgolette obbligatorie, dal mio punto di vista non parliamo di veri e propri svantaggi.
La prima cosa da dire è che l’accessorio ha un costo maggiore, rispetto al classico wc.
Investimento giustificato?
Dipende da te (qual è la tua esigenza?).
◼︎ bisogno di spazio; ◼︎ utilizzo per disabile/anziano con difficoltà motorie;
Valuta.
L’altro “svantaggio” è che avviene un piccolo cambio di abitudini…e il cambiamento richiede impegno! 🙂
Per molti è inconcepibile rinunciare al classico bidet, anche se alcuni bidet anni ’50-’60 (italiani!) avevano il getto dell’acqua “a colonna”, dal basso verso l’alto:
Questi modelli sono tuttora prodotti ed utilizzati in altre parti del mondo (tutto torna! 😬)
L’idroscopino è un’alternativa economica al wc con bidet integrato?
No.
L’idroscopino ha un altro compito.
Come spiego nell’articolo dedicato, l’idroscopino (un doccino da posizionare accanto al wc) è pensato per pulire l’interno della tazza.
Se vuoi utilizzarlo per l’igiene intima…preparati a pozze d’acqua sul pavimento. 😬
7 Intriganti curiosità sul wc con bidet incorporato
Prima delle conclusioni, voglio raccontarti qualche curiosità sul protagonista dell’articolo.
N°1: Non è un’invenzione giapponese o statunitense.
L’inventore del wc con bidet è lo svizzero Hans Maurer.
N°2: Il più grande produttore mondiale del vaso bidet è l’azienda giapponese Toto (in oriente ha il monopolio della produzione).
N°3:“Anche il sedere vuole essere sciacquato”: così recitava lo spot pubblicitario che catturò l’attenzione dei giapponesi.
N°4: Le funzioni dei wc con bidet integrato sono pensate per sostituire la carta igienica (secondo i produttori, la carta non garantisce il livello di pulizia del lavaggio).
N°5: Uno studio afferma che la temperatura del getto preferita dalla maggior parte delle persone è di 38°.
N°6: Molti modelli possono essere controllati anche da un pannello wireless a muro.
N°7: In Europa, le vendite dei vasi bidet sono in aumento (Tapei Times, 2003).
In conclusione
Trovare possessori di un vaso bidet non è stato semplice.
Negli ultimi mesi ho intervistato 2-3 persone, oltre ad un idraulico che partecipa a tutti i corsi di un’azienda produttrice.
La percentuale di soddisfazione è del 100%.
Ti confesso che il prodotto mi ha sorpreso.
Oltre agli importanti benefici, i wc con bidet sono davvero igienici (contrariamente ad alcune opinioni).
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Lavatoio: 45 x 50 x 85 (larghezza, profondità, altezza); Lavatrice: 60 x 60 x 85 Asciugatrice: 60 x 60 x 85 Asse da stiro: 135 x 40 x 90
Lo stendibiancheria varia in base al modello.
Idem per la cesta (il problema minore).
Iniziamo dalla situazione più complessa.
Come ricavare un angolo lavanderia nel ripostiglio (anche quando sembra impossibile)
Abbiamo detto che il minimo è la coppia “lavatoio + lavatrice”.
Con un ripostiglio simile a quello in foto (lavatrice e lavatoio affiancati), ti bastano meno di 2 mq.
Non è una lavanderia completa, ma voglio dimostrarti che puoi ottenere un risultato accettabile anche su superfici minuscole.
Ricorda che puoi sfruttare lo spazio sopra lavatoio e lavatrice (per l’asciugatrice, delle ceste richiudibili, i detersivi…), oppure ai fianchi (asse da stiro, scope…).
L’alternativa è utilizzare il sottoscala (se ne hai uno!).
Come allestire una zona lavanderia in bagno
9 volte su 10 la lavatrice è collocata nell’unico bagno disponibile, in compagnia degli arredi che completano il locale.
Ho pensato a questa situazione: unico bagno e poco spazio a disposizione.
…e qui ti viene in aiuto l’azienda ARBI Bahtrooms (immagine qui sopra) con la collezione “Bolle” e la composizione #36.
In 131 cm hai il mobile lavatoio con due basi: una portalavatrice e l’altra portalavabo (profondità 50,8 cm).
La stessa azienda produce anche “L 03” (collezione Ho.Me Laundry):
Una lavanderia in casa (degna di questo nome) deve averne una… anche più di una.
Sull’argomento ho scritto un articolo, dove trovi modelli in tanti materiali e dimensioni (anche salvaspazio e pieghevoli).
2 Importanti consigli per la tua lavanderia (attenzione!)
Dedica anima e cuore all’arredo, e non scordare questi suggerimenti.
Innanzitutto, cura l’aerazione della lavanderia.
Forse hai l’abitudine di lasciare lo stendibiancheria in casa (ipotesi: non hai un terrazzino), ma ricorda di arieggiare.
Mantenere l’umidità ideale degli ambienti è importante (scongiuri muffe e cattivi odori).
Con angoli lavanderia in taverna-seminterrato forse non basteranno le bocche di lupo, quindi attrezzati con un deumidificatore (raccoglie l’umidità in eccesso).
L’altro suggerimento riguarda le prese elettriche.
Nella zona lavatrice-asciugatrice chiedi l’installazione di prese Schuko, specifiche per ambienti umidi (hanno la protezione di sicurezza).
Mi raccomando. 😉
Tocca a te!
Visto?
Puoi realizzare la tua lavanderia in casa, in qualsiasi posto e anche con spazi ridotti.
Puoi scegliere singolarmente i pezzi, oppure (beato te!) acquistare un mobile componibile da far girare la testa.
Tieni a mente che in questa guida ho presentato “solo” alcune proposte, ma le aziende citate hanno collezioni con diverse soluzioni (grandi e piccole).
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